domenica 29 settembre 2013

I nuovi eunuchi.

Non scriverò della crisi di governo. Anche una scadente,  imbranatissima lettrice di tarocchi, sarebbe stata capace di prevederla. Lo sapevano tutti, lo sapevamo tutti e aspettavamo che passasse il prossimo tram, tanto, ci consoliamo, sono tutti uguali, sferragliano, stridono, si fermano e poi ripartono, sempre sulle stesse inamovibili rotaie. Non parlerò della crisi, perché mi dà i brividi, di disgusto, passare in rassegna fatti e volti, vorrei dimenticarli, vorrei non averli mai visti.
Parlerò invece di un giovane morto perché cantava e diceva cose che ad alcuni - e pare che non siano pochi - non piacevano. Di un giovane greco che si è trovato davanti alla signora munita di falce, forse senza aspettarla o forse no. Che se l'è trovata di fronte, travestita con gli abiti ordinari di alcuni bruti, miserabili bruti, e perdonatemi, senza le palle. Sì, perché chi uccide così è senza le palle, quelle tanto decantate da loro, maschi forti e sicuri, campioni della virilità, portatori dell'eroico coraggio greco. E il pensiero va ai gentili eunuchi delle favole d'oriente e provo vergogna per l'accostamento, ma quelli e tanti altri avevano e hanno altri attributi, hanno cervello e cuore; hanno il coraggio della ragione e della parola. Questi sono solo bruti, esseri informi e infimi.
Sono stati arrestati, dicono, il loro leader è in carcere. Bene. Ma quanti ancora verranno a prendere il loro posto? Quanti ascolteranno la voce turpe della violenza e della vigliaccheria? In fondo, sarebbe sufficiente forse, ai giovani, indicare la vita e non la morte. E questo vale per tutti, non solo per i fratelli greci.

Donne di Algeri nei loro appartamenti     Eugéne Delacroix

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