martedì 24 settembre 2013

Un lembo d'acqua separa la Sicilia.

ESSERE BLOGGER IN SICILIA/ PUNTATA 39INTERVISTE DA 1 A 30

«Un lembo d'acqua separa Sicilia
e Penisola: il web può cancellarlo»

Agata Amantia, autrice di «Riflessioni tra me et moi»

Agata AmantiaAgata Amantia
Essere blogger in Sicilia. In questa rubrica proviamo a setacciare i protagonisti del fiorito Hyde Park della rete, con il pulpito, cioè la tastiera del pc sull’isola e la testa nel mondo.

Puntata 39, è la volta di Agata Amantia, curatrice di Riflessioni tra me et moi..

Segnalate i vostri blog aredaweb@corrieredelmezzogiorno.it
Di cosa parla il tuo blog?
«Della vita in ogni sua sfaccettatura, di delusioni e speranze, di attese e di rinunce, ogni tanto anche di amore, ma in senso lato, capisci ho una certa età, e poi in fondo l’amore c’entra sempre, ci sta sempre accanto, assumendo gli aspetti più inconsueti anche. Confesso una particolare inclinazione per la politica, quella è una vecchia passione che non vuole morire, anche se fanno di tutto per farla morire. E poi divago, mi lascio prendere dai ricordi, vado a ritroso nel tempo. La memoria è importante, un individuo che non ha ricordi o, meglio, che non vuole averne, è una persona incompiuta, senza qualità; così come un popolo che non ha memoria o non vuole averne, è un popolo senza qualità».

Da quanto tempo è attivo?
«Ho iniziato a essere una blogger, per gioco. Nel gennaio del 2013, recentemente quindi. Era un periodo particolare della mia vita, di rinnovata solitudine. I miei figli erano andati via, uno convive felicemente, l’altra a Londra in cerca di un futuro. E io mi ritrovavo improvvisamente sola e libera. Il blog mi ha dato una mano a riempire i vuoti che si erano creati».


Hai 67 anni ma fai più di un “nativo digitale”: blog, facebook, twitter, google plus etc. Meriti e demeriti del “mondo social”.
«Ho avuto un’ottima maestra e ora mi arrangio perché ho deciso di farlo e così clicco e navigo e corro su e giù, faccio del moto in un certo senso. Lo consigliano i medici no? Ma no, a parte il divertimento che mi procura, trovo che il mondo social possa anche arricchire, darci qualcosa che prima ci mancava. Io ho ritrovato amici che non frequentavo più da oltre trent’anni e ne ho incontrati altri. Molti sono scettici e addirittura contrari all’uso dei social, pensano che si possa venire a creare una sorta di schizofrenia tra realtà tangibile, concreta e realtà virtuale, inafferrabile ed effimera. Io non lo credo, mi sembra un’asserzione abbondantemente priva di consistenza se riferita a un pubblico di utenti adulti. Sono un po’ più severa per quanto riguarda l’utilizzo dei social da parte dei giovanissimi, in particolare da parte dei bambini, non credo sia un bene, o almeno dovrebbero essere assistiti sempre da un adulto».


Facebook potrebbe fornire alla polizia dati sensibili e algoritmi, anzi già lo fa negli Usa, per prevenire reati. Sei d’accordo?
“Se penso a quello che ho detto prima, ai bambini e ai pericoli a cui possono andare incontro, mi viene da rispondere di sì, sarei d’accordo. Però ho sempre odiato ogni forma di censura, ogni forma di controllo imposto, non lo so, devo rifletterci”.
Eva RiccobonoEva Riccobono
In un’intervista a Vanity Fair Eva Riccobono ha detto che della sua Sicilia non ama la mentalità mafiosa, il familismo e i soprusi. Immediate le polemiche anche di esponenti politici come Simona Vicari che ha ribattuto: “Da una palermitana non me l'aspettavo proprio, ha la puzza sotto il naso come Carla Bruni”. Insomma i panni sporchi si lavano in famiglia o per cambiare le cose è bene anche denunciare le criticità?
“Perché non accettare le critiche? Non rientra nel mio modo di pormi nei confronti degli altri. Io ho il diritto di criticare qualcuno o qualcosa, se lo ritengo giusto e se mi attengo alle regole etiche della critica; e devo, altresì, accettare le critiche, laddove esse siano animate dalla volontà di capire, dalla coscienza morale. Io sono molto critica, anzi sono durissima, nei confronti di un certo modo di essere siciliani. Già in queste due parole sta l’errore primario, secondo me. Cosa significa “essere siciliani”? Cosa è questa benedetta-maledetta sicilianità? Forse che l’essere “isola” ci rende diversi dagli altri? No, io vorrei che fossimo non siciliani, ma metropolitani, cittadini del mondo, partecipi della grande avventura che il Pianeta vive, dentro il Pianeta, conficcati in esso. E dovrebbe essere anche facile, in fin dei conti, la Sicilia è una terra spaventosamente bella e spaventosamente disastrata, siamo carichi di storia, di arte, di cultura, ne portiamo i segni nelle nostre città, ne portiamo le tracce nell’aspetto fisico”.


Uno massimo due aggettivi per ognuno di questi nomi:

Roberto Saviano: “Malinconico”
Rosario Crocetta: “Deludente”
Emma Dante: “Coraggiosa”
Franco Battiato: “Para-mistico”



«Un posto al sole: relax e mente sgombra»«Un posto al sole: relax e mente sgombra»
Nome, età , di dove sei, che lavoro fai, cosa leggi e cosa guardi in tv.
“Agata Amantia, 67 anni, nata a Catania, dove vivo. Dopo una breve esperienza giovanile nel teatro, mi sono sposata e ho fatto per molti anni la mamma. Ma senza mai smettere di scrivere, partecipando a concorsi con poesie e racconti. Poi nel 2008 ho iniziato la stesura del mio primo romanzo “Un gioco tra sorelle” che nel 2011 è stato pubblicato. Attualmente sto scrivendo il mio terzo libro – il secondo è in viaggio per concorsi ed editori – e dopo ho in mente un progetto intrigante, una cosa a quattro mani e a due teste. Ma non dico altro per scaramanzia e anche perché è ancora allo stato embrionale. Cosa leggo? Oltre Saramago, mio grande amore, ci sono Virginia Woolf e Marguerite Yourcenar, le adoro. Poi, Philip Roth e Mc Ewan e ancora Richler e la Atwood. Per un certo periodo, ricordo che mi ero impantanata con gli autori mittleuropei, da Joseph Roth, a Kundera e Marai, ho saccheggiato un’intera collana Adelphi; i grandi classici dell’800 confesso che alcuni non li rileggerei, mi annoiano. Attualmente sto leggendo un libro di Carofiglio e il prossimo sarà Betty di Cotroneo. Due programmi fissi in TV: il tg delle 20 di LA7 e subito dopo zapping su Rai3 a bearmi con “Un posto al sole” relax assicurato e mente sgombra. Ogni tanto un film da vedere o rivedere e nient’altro. I talk politici solo se mancano di urlatori e cafoni e lavandaie, eccezione fatta per Report e Presadiretta, ma questi non sono talkshow. Ah, dimenticavo, anche “Che tempo che fa”, quando però il buon Fazio non assume troppo l’aria da primo della classe”.


Studi.
“Maturità classica e poi Lettere Antiche. Ma niente alloro, perché dopo qualche anno
ho lasciato. Avevo incontrato, folgorata come Paolo di Tarso, il Teatro! E lavoravo pure, perché ne avevo la necessità, dovevo contribuire al budget familiare. Insomma, come si dice, feci il botto, non avrei potuto resistere oltre, lavoro, università, teatro, Troppo, decisamente troppo”.



L’aforisma che citi più spesso? 
“Non cito mai aforismi, non mi piacciono. Hanno un odore tombale, da epitaffio”.


Che significa essere blogger al Sud?
“Per me non c’è nessun sud e nessun nord, sono solo delle coordinate geografiche. C’è il mondo, un mondo intero e basta. Prova ne sia che i miei lettori si trovano in USA come in Russia, in Indonesia come in Sudafrica. Almeno così è in teoria. Nella realtà delle cose, credo che sia diverso essere blogger a Milano o a Bologna che in Sicilia. Pensa alle differenti opportunità che, soprattutto una giovane scrittrice, avrebbe. Una persona a me molto cara e amante della scrittura come me, dice sempre che la Sicilia è separata dalla penisola per via di un lembo d’acqua, uno specchio di mare che la tiene lontana solo di pochissimo, eppure, dice, quel lembo è sufficiente per annegarci dentro. Chi nasce qui deva faticare di più per emergere, il web può darci una mano, corre attraverso lo spazio, cavalca i marosi, getta un ideale ponte tra rive distanti. Mi affascina pensare che il blog sia un aquilone che vola e io volo con lui”.


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