mercoledì 18 dicembre 2019

Bene, sarà Natale.

Dovrei scrivere qualcosa sul Natale. Come ho fatto negli anni scorsi, dovrei farlo anche solo per non spezzare un rituale. Mio, uno dei pochi che mi restano. Ma sono accadute molte cose, una in particolare, talmente deflagrante da sovvertire i miei ritmi, i miei propositi, le mie giornate. C'è molta vita, c'è una nuova vita a cui fare spazio, a cui dare tempo. Il mio tempo è scandito da piccole mani e smorfie che s'apprestano a sbocciare in sorrisi, da sguardi ancora opachi ma vigili.
Così il mio Natale sarà un Natale vero. Con qualche malinconia, ma la malinconia è la Festa. C'è sempre qualcosa che manca, c'è sempre un'assenza e in quei giorni addobbati ci sarà. Mi dico da anni, da quando quest'assenza si è manifestata ripetendosi di tanto in tanto, che è così che vanno le cose e le cose, beninteso, sono le nostre esistenze. Ci si abbraccia, ci si afferra insieme nel volo verso la vita, ti tieni stretta a quella carne, a quel corpo finché puoi farlo, sapendo già che dovrai lasciarlo andare. La treccia di fili d'oro, ricordi? non è bastata. Ma c'è sempre un sottile filo sospeso che attraversa il mare e scavalca catene montuose e scivola su spiagge e s'incunea tra strade e s'alza sulla cresta spogliata dei platani e poi atterra al tuo terrazzo e bussa ai vetri. Quel filo sottile non si spezza.
Bene, sarà Natale. Sarà Natale, alla faccia di chi dice di detestarlo, di chi dice di aborrirlo, perché gli appare un'ipocrisia sberluccicante. E di sicuro, se ci fermiamo ai decori e al rosso e all'oro e all'argento e allo sfinimento dei jingles, di sicuro è ipocrita puntare gli occhi all'abete, fingendo di ignorare gli spifferi gelidi sulla nuca, i respiri gelidi di chi è dimenticato da tutti. No, non è questo il Natale, per me. Ma è altrettanto ipocrita e inutile negare a sé e a chi ci sta accanto, la gioia di un sorriso, di un abbraccio, di uno sguardo luminoso. Perché è questo il senso del Natale, è questa la luce, è questa la gioia: una gioia monca, come i miei tre pastori monchi nel piccolo presepe allestito con l'aiuto scalmanato della micia. Una gioia accolta, anche se incompleta. Dolorosamente incompleta.
(Ecco, ho scritto sul Natale e dire che non avrei voluto. Però sono contenta, non mi allineo con gli scettici, i cinici, i sarcastici tristi e compulsivi. Adoro essere un'outsider!)

Pablo Picasso - "Père Noël", 1965

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