Ultima estate
Le viole del
pensiero erano piantate nei vasi
di pietra lavica
e le zinnie ronzavano di api
sulla
finestra aperta alle note del pianoforte
nei
pomeriggi d'agosto, dopo il mare di sabbia
eravamo
sfatte,
alghe
restavano appese ai nostri capelli duri.
Non avevamo
tempo da ricordare,
né vuoto da riempire
con le palette
il cielo
roteava giocoso su di noi,
intrappolava
gli astri e la luna macchiava
le nostre brevi esistenze.
Annusavamo
palpiti di pioggia nelle nuvole
e ci
chinavamo sui libri
aspettando
l’inchiostro sulle dita e il gesso bianco.
Ci scorrevano
negli occhi
figure di donne
alte e dritte
o piccole e affannate,
serve e regine
eravamo insieme.
Il giardino cresceva
aggrovigliato di rovi,
lanciava uccelli
neri dai cespugli
e lucciole ballavano
con le nostre vesti rosa.
I gatti cantavano
rotolandosi d’amore
e la notte era
un sonno inquieto,
viaggiavamo nel buio scalze e sudate
sapevamo che
era la nostra ultima estate.
Mary Cassatt - "Le sorelle" - 1885
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