lunedì 1 gennaio 2018

Non voglio più.

Solitamente si stilano, si enunciano anche nel silenzio del cuore, i proponimenti, i nostri voti per l'anno che entra, scuotendoci dalle apatie del vecchio che svanisce. Io preferisco enumerare quello che non voglio più.

Non voglio più.
 

Aspettare dietro i vetri il sole del giorno
non voglio più
vado a cercarmelo io il sole, dove posso.
Sorridere perché vorrei piangere
non voglio più
se ho lacrime, le farò scorrere nei laghi
degli occhi, i miei e degli altri
Chinare la testa giù fino al suolo
oltre le ginocchia pietose
non voglio più
starò dritta, sarò un'asta saettante
e sarò dura, coriacea e sarò scudo
sarò scudo a chi abbraccio
Ascoltare le menzogne nere
sapendo di ascoltare menzogne
non voglio più
la mia verità delusa stenderò
come un mantello
un drappo a cingere il mio corpo.
Avvicinare la mano fallace
tendermi a lei sull'orlo del buco
non voglio più
mi guarderò accanto
mi afferrerò alla mano certa.
E scappare, scappare
verso il punto che scompare
trafiggendo il cielo
non voglio più
resterò qui alla mercé della terra
che mi è stata affidata
perché la curi e la concimi
e che fiorisca poi, anche dopo,
quando si sarà fatto buio.


Vincent van Gogh "Campo verde di grano"  1889 ca.

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