mercoledì 6 settembre 2023

In una sera di settembrebre

Non mi interessa cercare di vedere

le immagini sono macchie su foto

antiche - ne ho tante in una scatola

accucciate da decenni una sull'altra -

Non mi graffiano le voci, quella che pigola

dell' imberbe uomo o quella artificiosa

dell'intervistato, recitano i due guitti

e recitano male perché vogliono 

convincere me e te e tutti che sono bravi.

E bravi sono. Manzonaniamente, m'invento 

il termine. Non ho niente da vedere, né 

da ascoltare e il dialetto di Partenope è

così stretto e biascicato e squagliato e

incagliato tra i denti che mi faccio sorda.

Così non faccio altro che scrivere quassù

sciocche riflessioni che tu non leggerai.

E chissà se le leggerà lui, srotolando i 

muscoli sul divano, in attesa del sonno.

Poi c'è il più piccolo e certamente s'è

addormentato già da un pezzo.

Tutto il resto, tutte le parole, dai canali

di un'informazione buffona, bugiarda,

bieca, becera, banale e tutte le b brutte

che ancora non conosco e sono vecchia per

tornare sui banchi e al dizionario.

Tutto il resto, dicevo, non è più attinente

alla mia vita. 

Oggi, distesa sul letto, quella bambina,

ferita senza scampo né pietà, si è  liberata.

Oggi è volata via e non tornerà più.



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