La pausa vacanziera può, però, servire anche ad altro. A scremare, a togliere parti impure, a riflettere. La zavorra inutile non peserà più.
Le foglie
Nel libro
sfogliato dal vento
annego
l’ansia del giorno.
Pensieri ratti
come topolini
inseguiti dalla
gatta che miagola
al centro del
petto spoglio di tutto.
Osservo gli alberi
prostrati verso di me,
le foglie memori
dell’autunno recalcitrano,
avviluppate al
ramo non vogliono cadere.
Frusciano lamentose,
s’agitano pazze e atterrite,
L’albero nudo
è solo, non ha difese, sussurrano.
Poi vedo i suoi
occhi chiari e perduti
ascolto le sue
parole senza risposta,
allora le stacco,
una per una, quelle foglie,
già morte sono,
le stacco senza dolore.
E le ammucchio
e le spazzo via, lontane,
l’albero darà
altre foglie, piccole gemme
pallide fremono
di vita nei suoi occhi chiari.
Foto di Bogdan Prystrom
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