martedì 1 ottobre 2013

Senza argini, senza bastioni.

Non c'è modo per cambiare il fluire del tempo, non c'è argine per impedire che straripi e inondi tutto ciò che nel tempo è. E non esiste un bastione per segregare il corso degli eventi, non esiste prigione, né reggia. Tutto va dove deve andare. A nulla valgono i nostri miti desideri, le nostre disilluse ambizioni, diventano ciottoli nell'alveo del fiume, si levigano, si assottigliano, si confondono gli uni con gli altri. Questo nostro tempo è un fiume rotto da rapide e cateratte, turbinoso ci trascina via e di noi restano tracce lente sulla rena, prima di scioglierci nel mare, alla foce finale.
Nella vita sociale e politica, come nel privato vivere quotidiano, lo sento questo scorrere rapido e impossibile da bloccare. Ogni cosa mi scivola via, si allontana da me, distante dalle mie inutili mani; ogni cosa si spezza frangendosi contro deserte spiagge. E io resto qui, in balìa del flusso, aggrappata a un unico sogno. Ma sono impotente. E da impotente prego ogni tanto, non so nemmeno io chi, e la seguo con gli occhi la mia preghiera, ma non riesce a salire verso il cielo o verso l'ignoto. mi resta nella gola, mi resta nelle viscere, si accampa nel cuore. Precipita con me nel tempo che vorticosamente danza.



La danse  1910  Henri Matisse

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