martedì 2 luglio 2013

Riflessione di una malpensante.

Mi ha colpita, ieri sera, la rimonta di Letta (Enrico) nell'indice di gradimento da parte degli italiani, ha guadagnato dalla scorsa settimana tre punti, se non erro, ma non è questo il punto, non è importante se la sua buona fama si sia arricchita di uno o due o tre punti. Lo stupore è il perché. Forse perché il Governo ha rimandato il pagamento dell'IMU a tempi migliori (si fa per dire)? Forse è perché l'IVA per ora è rimasta immutata, anche qui aspettando la stangata? O forse, più semplicemente perché gli italiani, notoriamente brava gente e soprattutto amanti del quieto vivere, si accingono alle spasimate vacanze? Io che sono notoriamente cinica e malpensante, mio malgrado devo dire, propendo per quest'ultima possibilità. Il profumo del mare, il mare dei Vanzina più che altro, con tutte le beatitudini che sottintende crea una disposizione dell'italico animo all'ottimismo, al "peggio di come siamo messi!" al "meglio questo governo che un altro" o ancora, ed è il massimo "chi si contenta, gode". E infatti, la gens italica si accinge a godersi le sudate ferie, i più fortunati al mare o in montagna o anche in campagna (questi ultimi hanno tutta la mia invidia); i meno fortunati, una moltitudine, in città a  esercitare lo struscio estivo sull'asfalto bollente delle vie, o a rinfrescarsi in qualche climatizzato centro commerciale dove le offerte solleciteranno desideri e rimpianti. Le vacanze, giusta ricompensa dei lavoratori, avranno quest'anno un sapore un poco amaro, temo, ma sempre vacanze saranno per chi un lavoro ce l'ha e sa di dover riprendere la routine, passato il caldo. Per gli altri, sempre una moltitudine, che il lavoro lo cercano e non lo trovano o che lo hanno perduto, le ferie non cambieranno niente, loro sono i forzati delle vacanze, prigionieri di questo eterno peregrinare alla ricerca di cancellare dalle loro esistenze, la parola vacanza, che significa appunto mancanza e nel loro caso è parola appropriatissima. Saremo perciò, tra breve, tutti in festa, privi di ansie e di preoccupazioni, il presente ci apparirà azzurro come il bel mare nostrum (iperbole!) e continueremo a far risalire nel nostro gradimento il Letta giovane.
Poi verrà settembre, le prime piogge, forse qualche alluvione (speriamo mai), le imprese e le fabbriche riprenderanno a dire che non ce la fanno più, lo spread si riaffaccerà a ricordarci, con l'altalena che tanto gli piace, che siamo a rischio, le agenzie di rating -avvoltoi- ci minacceranno e noi ripenseremo che, tutto sommato, sarebbe meglio un altro governo, un altro premier e via discorrendo.
Le vacanze finiranno così per tutti, politici (?!?), cittadini lavoratori, bambini e ragazzi che torneranno a scuola. Le vacanze continueranno, immutabilmente odiose, per chi un lavoro non lo ha mai avuto, per chi lo ha perso. Solo per loro.  

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