giovedì 5 gennaio 2017

Allo specchio, sempre.

Mi è capitato di tutto nel vecchio anno, appena sepolto; e nel tutto ci sono incluse le cose buone e quelle cattive. Diciamo pure che la mia vita ha ricalcato le orme del pessimo andazzo planetario: sono un'abitante di questa Terra molto coerente.
Ho avuto così modo di riflettere ancor più sulle persone, di avvicinarmi con maggiore curiosità e con maggiore disponibilità ad alcuni; ho avuto delle esperienze incomparabili, ho provato, con la carne e con lo spirito, l'affetto e la solidarietà: il bene mi è stato vicino, almeno quanto il male. Ho scoperto nuovi amici e amiche, ho trascorso una serata indimenticabile perché mi ha permesso di tuffarmi nella sofferenza, ma anche nel coraggio di chi la affronta ogni giorno, sorridendo agli altri. E ho avuto modo, in questo percorso che è sempre di crescita, nonostante gli anni addosso che cominciano a pesare,  di esperire ancora una volta, che alcune persone non sono soggette ai cambiamenti, restano immobili, restano attaccati a quell'aspetto interiore, a quella forma che hanno assunto da sempre. La mia non vuole essere una critica malevola, è una constatazione, triste forse. Queste persone appartengono alla categoria dei narcisisti. Uomini e donne che parlano solo a se stessi o per se stessi, che ascoltano esclusivamente la propria voce, che guardano solo se stessi, con amoroso languore. Uomini e donne che non rinunciano alla supremazia dell'essere, sempre e in ogni frangente i migliori, così nel bene come nel male. Non si fermano davanti a niente, non arretrano mai, prendono coraggio dalle loro immagini riflesse nello specchio - spesso si rimirano, basta un vetro, un cristallo per occhieggiarvi dentro - accendono un immaginario riflettore sulla ribalta della loro esistenza. Sono gli attori senza un vero copione, recitano a braccio seguendo le visioni di una realtà distorta, che è solo la loro.
Mi incantano, non lo nego, mi affascina il loro potere di afferrare nell'orbita inconsistente che li circonda molti di noi. Sono seduttivi.  Mi inteneriscono anche, sono propensa a giudicarli fragili e incerti di sé. Ma queste loro fragilità, questo loro incedere con graziosa superficiale incertezza, riesce a causare dolore. C'è nel narcisista una volontà di schiacciare e di opprimere che rasenta la crudeltà. Ed è di questa che dobbiamo, alla fine, temere.

Christoffer Wilhelm Eckersberg .  "Donna allo specchio"  1841

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