venerdì 13 gennaio 2017

Addomesticarsi.

I rapporti umani si consumano, allacciandosi e disperdendosi, come in un ballo, come in un'antica danza d'altri tempi, con le braccia delle dame e dei cavalieri tese a sfiorarsi e le crinoline ondeggianti e i sorrisi fissi e gentili sulle labbra.
Sono epifanie terrene, a volte inconsistenti proiezioni del nostro scontento, di una solitudine che scava gallerie nell'anima come la cieca talpa.  Come in un ballo, si incontrano mani e volti, ci si immerge nel ritmo e via verso una nuova sinfonia di sguardi, di parole, di gesti.
I rapporti tra umani sono sfaccettati come minerali, più o meno preziosi. Ieri, per fare un esempio, ho ascoltato e guardato Trump e ho capito che io non potrei mai avere un qualsivoglia rapporto umano con il tinteggiato e bolso pistolero. E ho capito anche, però, che in moltissimi hanno creduto e continueranno a credere di poter intrecciare un rapporto con il vecchio e indefesso procacciatore di balle. A ciascuno il suo, ognuno è libero di scodellarsi la minestra come meglio pensa e vuole.
L'esempio mi è utile per chiarire, appunto, che non siamo tutti disponibili agli altri, che le sfaccettature del minerale di cui si è fatti non sempre coincidono con quelle di altri. Ciò non significa che dobbiamo smussare le nostre per cercare una coincidenza di spigoli e facce. Basterebbe semplicemente l'osservazione e l'accettazione - senza condivisione - dell'altro, freddamente e con disincantata osservazione.
Tutto si complica quando i rapporti umani sono accompagnati e sorretti da vincoli di amicizia e di parentela e succede - perché succede sì -  che qualcosa si incrini, che una crepa si apra nella comunione di interessi e di valori fino a quel momento ritenuta incrollabile. In questo caso entrano in gioco i sentimenti e con i sentimenti il freddo della ragione va a farsi benedire. Scattano i meccanismi di autodifesa perché non si vuole la delusione, l'inattesa perdita di criteri sui quali si fondavano quei rapporti. Si annaspa alla ricerca dei motivi, ci si interroga, ci si punisce e ci si assolve, una miscellanea di impulsi stravaganti e antitetici che finiscono con il produrre solo l'amarezza di un rimpianto o di un rimorso. Non c'è una ricetta per salvarsi dalle malinconie di un rapporto amicale che si sfilaccia come un tessuto liso. C'è anche in questo caso l'accettazione, dolorosamente sofferta, delle diversità. E la consapevolezza che negli affetti si deve, se necessario, addomesticarsi, rendersi miti. Senza per questo rinunciare a se stessi.




Pierre-Auguste Renoir "Bal au Moulin de la Galette  -  1876

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