giovedì 19 gennaio 2017

Nel silenzio.

Come una sottile lama di precaria certezza, come un disagio nutrito dalla colpa di essere seduta qui al riparo. Così sento le mie parole e i miei pensieri rivolti ai paesaggi travolti dagli squarci , agli abitanti sconfitti dalla neve e dal sisma.

Nel silenzio

Mi è sconosciuta quella parte dello strano istmo
nel mare teso, stravagante scelta delle viscere terrestri,
non ho fissato gli occhi sulle città di tenero tufo,
sui campanili delle chiese in preghiera al cielo.
Non ho calpestato le valli operose e i dirupi selvaggi,
i declivi di boschi abbarbicati alle montagne pulsanti,
non ho incontrato le greggi e i buoi di quelle antiche
transumanze, non ho parlato con i pastori dei libri.
Però li sento nell'oltraggio che s'abbatte su di loro,
li sento nell'ululato della mente atterrita , vacilla
il cuore a occhi chiusi, vacilla il pensiero fragile filo
pronto a spezzarsi ingoiato dal vento sismico.
Però li vedo, ora li vedo, stagliarsi nel chiarore abbacinante
con le ombre nere che scavano crepacci nella fronte
e gli sguardi duri, chiodi di ferro fiero inflitti alla terra,
e i gesti di solitario lavoro, nel silenzio siamo fratelli.


Giovanni Fattori, Il salto delle pecore, 1886, 


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