venerdì 4 aprile 2014

Un accenno di primavera è nei bambini.

Ieri c'era un accenno di primavera. Un sole che ha tardato a riscaldare l'aria intorno, a farsi strade nel grigio di un cielo novembrino. Poi gli alberi nel parco si sono illuminati e gli uccelli hanno cominciato a cantare con più foga. A mezzogiorno si poteva andare al mare, il vento sapeva di salsedine e i ragazzi e le ragazze ruzzolavano fuori dalle scuole in magliette colorate, con le braccia nude. La campagna aveva ancora l'aspetto dimesso del trascorso inverno, ma già nel giardino antico i fiori sono esplosi, forse proprio ieri. Stavo seduta a parlare e non erano parole leggere quelle che correvano intorno a me e a mia sorella. Erano parole intrise di pene e di ricordi, di vecchie canzoni che non sentiremo più. Un filo d'ironia condiva le nostre frasi, come sempre, noi in equilibrio precario tra il riso e la malinconia.
D'un tratto eccoli che arrivano. Le due principesse bambine, i due pirati gentili, le due tenere adolescenti e lui il giovane conquistatore, il biondo re normanno. Allora di colpo, tutto comincia a suonare, a roteare, a tingersi di rosa e azzurro e tutto è leggero e trasparente. I bambini hanno questo potere, i bambini hanno l'innocente inconsapevolezza che li porta in giro per il mondo, che li porta nel tuo mondo e lo accende di sole. Non so, in effetti, se sono i bambini a penetrare nella tua vita o se sei tu a ottenere il permesso di entrare nella loro. Forse, con naturalezza, ti schiudono una porta perché tu possa varcare la soglia. So che è bello, so che ti rende migliore. So che ti accorgi che puoi ancora ridere.
Ecco, la Primavera la sento così, la vedo così. Un riflesso di foglie e di cielo negli occhi dei bambini, un'eco morbida nelle loro grida di gioco, un profumo lieve nei loro movimenti.



Vincent Van Gogh  - Iris (dettaglio)

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