giovedì 17 aprile 2014

Un aprile lontano.

E poi si torna indietro, si fa il viaggio all'incontrario, ripercorrendo a ritroso tutta una vita fino a raggiungerlo quel punto fisso, una stella nascosta tra le altre più brillanti. Ce n'è voluto di tempo, tanta storia nella vita di ognuno di noi, anche troppa. Ma poi è arrivata la nostra cometa personale a illuminare lo spazio, la camera oscura dove vivono i ricordi perduti.

I ricordi stanno dietro un velo spesso, impolverato dagli anni trascorsi senza ritorno. Cercano spazi di luce per emergere dal sonno imposto e si insinuano nelle pigre ore di un giorno qualunque. Irrompono e scombinano l'ordine voluto, la monotonia cercata e accettata, ricreando il Caos primordiale. Come una ventata calda del sole di un aprile lontano, la panca di pietra sotto l'ombra segreta del parco dove i baci non erano visti; come la pelle bruna delle mani d'artista sulla tua pelle, fredda e sudata. Come il volo di mille farfalle nelle vene dei polsi e nella pancia piatta di ragazza, le tanto cantate farfalle a cui non credevi. Il velo si chiude di nuovo alla luce, la polvere ricade nelle pieghe fitte dell'anima. Un attimo, un attimo ancora.

2 commenti:

  1. Poesia e nostalgia in ogni tuo scritto!!!

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    1. Sarà il periodo, sarà la primavera, saranno tante cose, accadute, troppe. Un abbraccio forte a te e a Guido

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