giovedì 4 aprile 2013

Nella noia, mi incanto.

Che sensazione di noia mi prende in questi pomeriggi di primavera in germoglio, una voglia di allontanarmi da tutto, di non essere io ma altro, anche un albero con le gemme pronte a esplodere. Mi dico, ora esco e faccio una passeggiata, cammino perché così consigliano i medici, prendo un po' d'aria spessa di città, ne faccio scorta nei polmoni, guardo qualche vetrina spenta e qualcuna accesa, gironzolo, sorseggio un caffè, acquisto un libro alla Feltrinelli che è sotto casa e poi, poi a casa appunto. Potrei accendere allora la TV ma so già che non ne ho voglia, basta sentire le solite lamentazioni, i piagnistei o gli epiteti dei più facinorosi. Il libro che sto leggendo è un noir di un'autrice argentina, Clara Pereyra si chiama e mi ricorda un altro amore. Mi metto al libro che sto cercando di scrivere e Augusto, il mio "eroe" è più annoiato di me, mi pare, in questi giorni. Allora divago, resto incantata davanti alla tastiera e corro per altri lidi. Meno conosciuti, più lontani, ma che serrano come scrigni di pirati, un tesoro solo per me. Poi riapprodo a questa mia isola e la guardo e aspetto una telefonata, un gesto, un abbraccio.

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