domenica 17 marzo 2013

Sull'altalena con un libro.

Travolta dagli eventi, scelgo il silenzio della carta. Solo il frusciare delle pagine di un libro, caratteri neri che corrono a compiere la loro storia, incuranti di me, ignoranti dell'oggi. Dolce è lo sprofondare nei pensieri altrui, solo la ricerca di un'emozione che non è mia, solo la curiosità estetica di una bella scrittura. E intanto il dolore reale si acquieta, si nasconde per qualche ora alla mia lente d'ingrandimento, diventa un microbo annidato nel cervello. Poi una canzone spezza le righe nere del libro ed eccola davanti, col viso pallido incorniciato dai riccioli bruni, la mia amata carnefice. Sorride alla vita, alla sua vita di cui non so niente e sorrido anch'io alla sua bocca di bambina. Riemergo e mi aggrappo alle pagine scritte, sul desktop spunta una giovane donna con la mano sul cuore, ascolto le parole che dice e la vita irrompe nuovamente. Che strana cosa starsene sempre in bilico tra il pianto e il riso, dondolo su quest'altalena che mi è stata portata in dono, tenendo stretto il libro perché non cada.

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