martedì 19 marzo 2013

Se la festa c'è.

Un'altra festa che ci siamo dati ornandola di un nome universalmente conosciuto e amato. Ma io che sono allergica alle feste, sarà per via dell'età che mi rende un po' più cinica, oggi non sentirò ancora più amore per mio padre, né più rimpianto. Il dolore di una perdita c'è sempre e non ha bisogno del timbro di un datario per essere avallato. C'è e basta. Come l'amore per un padre ancora presente non ha bisogno che venga ricordato dal calendario, per esprimersi. C'è e basta. Perciò oggi lascio che siano i bambini a cantare le loro canzoncine, a consegnare doni e oggetti costruiti a scuola a padri che tirano su con il naso, cercando di trattenere la commossa gioia. E sono allegra se me li metto davanti agli occhi della mente, questi bambini, con i loro occhi composti e i gesti, per una volta, paterni. Sono loro a offrire qualcosa, sono i figli a dare quello che possono, quello che hanno imparato a dire e a fare, spronati dalla certezza o dalla speranza, a volte, di un bacio. Non so come la pensiate voi, ma per me è più la loro festa, dei bambini, che dei papà. Se festa c'è.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi