martedì 18 ottobre 2016

Per caso e per amore.

Gli incontri nella vita sono sempre opportunità di conoscenza e di crescita. Qualche volta sono deludenti e si possono relegare in fondo al baule, nella soffitta delle cose inutili; altre volte sono scoperte di tesori, forzieri di gioie ed emozioni.  Gemme con le quali adornarsi nel restante cammino.
I figli rappresentano, di solito, lo scrigno da aprire: dentro c'è, già dall'inizio, ogni ben di Dio. La bellezza di accompagnare e di essere accompagnati, l'intensità dell'apprendere e dell'insegnare; l'amore da travasare e nel quale naufragare con lietezza. Qualche volta anche il dolore da sopportare insieme, ma ponendolo sulle nostre spalle perché il peso non sia troppo oneroso per loro.
D'un tratto, senza preavvisi, avvengono altri incontri. Gli anni sono trascorsi in fretta, i figli sono venuti fuori dallo scrigno, sono gemme solitarie che aspettano di regalare la loro luce ad altri. Si è destabilizzati da questo, inutile negarlo, ci si chiede chi sarà il portatore di nuovi doni e se sarà capace di portarli. A me è accaduto di ricevere nuovi doni.

Per caso e per amore.


Sei arrivata tra fiori, fasci di rose
Tu che dici di non amare le rose.
Sei giunta sotto casa, gli occhi incerti
Sai non lo dimentico quel giorno.
Seria e timorosa bambina apparivi
E io non conoscevo ancora la tua risata.
Il mantello bruno dei capelli ti cingeva
Nel viaggio senza sosta, correvi e i libri
Erano i tuoi compagni e ne parlammo subito.
Ricordi? Pessoa e gli altri affastellati sulle tue
E sulle mie spalle, il generoso premio della vita.
Poi venne la risata e venne anche il mio pianto
E tu avevi laghi scuri e dolci  in cui nuotare,
mi eri accanto e non c’era una madre per me,
non c’erano parole al mio errare triste,
la mano calda tendevi e l’afferrai, eri la figlia.
Un’altra figlia incontrata per caso e per amore.


Edward Simmons " Girl Reading"  -- 1893


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