martedì 3 marzo 2015

Nei misteriosi libri.

Leggere un libro, nel silenzio di un mattino assolato, assolato di quel sole dei primi di marzo che strappa i dubbi del cielo, che non indugia oltre e cade voluttuosamente su tutto, leggere un buon libro, dicevo, è un'esperioenza misteriosa. Sì, perché oltre la cortiuna di silenzio che è calata nelle stanze, fuori c'è la vita, ci sono persone, si compiono gesti, si dicono parole. Ma chi legge un buon libro, se ne astiene, si circonda di misteriosi dinieghi alla realtà ed entra, con sconfinata passione nell'altro mistero, quello perfettamente costruito dallo scrittore.
Così la stanza non è più quella abbagliata dai raggi di fine inverno, si trasforma in una mansarda al crepuscolo freddo di un inverno di molti anni fa a Gerusalemme. E la città non ha i colori di pietra lavica, quel grigio nero barocco austero che tanto irride a un cielo di zaffiro; è tutta di pietra bianca e gialla, con venature d'oro e di verde nei giardini di cipressi oscillanti. E il lettore stesso, io ad esempio, non sono più la donna inseguita dal tempo e dai ricordi, non sente l'attesa, né l'ascensore al piano. Diventa la donna segreta e chiusa, dagli occhi scuri e dalla gonna frusciante, che si muove tra le pagine, in una cucina remota, tra vicoli sassosi e umidi di pioggia, nell'incerta luce di un lampione di vetri colorati.
Leggere un libro, un buon libro, è penetrare il mistero, non solo di una storia. A volte, di noi stessi.


René Magritte - 
Le Robe de Soirée 1954

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi