Così la stanza non è più quella abbagliata dai raggi di fine inverno, si trasforma in una mansarda al crepuscolo freddo di un inverno di molti anni fa a Gerusalemme. E la città non ha i colori di pietra lavica, quel grigio nero barocco austero che tanto irride a un cielo di zaffiro; è tutta di pietra bianca e gialla, con venature d'oro e di verde nei giardini di cipressi oscillanti. E il lettore stesso, io ad esempio, non sono più la donna inseguita dal tempo e dai ricordi, non sente l'attesa, né l'ascensore al piano. Diventa la donna segreta e chiusa, dagli occhi scuri e dalla gonna frusciante, che si muove tra le pagine, in una cucina remota, tra vicoli sassosi e umidi di pioggia, nell'incerta luce di un lampione di vetri colorati.
Leggere un libro, un buon libro, è penetrare il mistero, non solo di una storia. A volte, di noi stessi.
René Magritte -
Le Robe de Soirée 1954
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