sabato 14 marzo 2015

Vivere

Tra tante malinconie di fine inverno e precocemente primaverili, troppo in verità; tra tante notizie potenzialmente mortifere e mortificanti anche, una tra tutte, la pervicace volontà di un signore quasi ottantenne e un poco sessuomane, di "scendere in campo,"  conviene andare alla ricerca di qualcosa che abbia ancora un senso. La sfolgorante luminosità di un mattino di sole, la lettura di un libro che fa volare via la testa, la visione dei bambini che giocano, la tenerezza di un cane e di un gatto che si abbracciano.

Vivere

Dal sole gronda un raggio sbilenco
sul fiore viola orfano di cure amorose.
Illumina la pagina arricciata dal vento
e mi trafigge l’occhio con mille spade dorate.
Vola la testa assieme agli uccelli già desti
e fischianti all’aurora di passi deserta, vola.
Lapilli di pietra stridono sotto i piedi
dei bimbi, trilli e stridori, tonfi e sudori
di guance arrossate, di capelli bagnati.
Una gatta e una cagnetta rotolano abbracciate
con graziosa violenza mi mordono il cuore.
Vivere, vivere è questo sentire, un raggio
sbilenco che illumina e la testa che vola.



Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi