lunedì 9 marzo 2015

Il dolore della Bellezza non ha suono.

Perseverano nella loro folle ignoranza, nella loro violenza assurda, nella loro totale umana assenza.
Li abbiamo visti sgozzare, bruciare altri uomini. Li abbiamo visti, distogliendo gli occhi dall'orrore; ne abbiamo sentito le voci ululanti versi ferini e ci siamo tappati le orecchie per non sentire. Mi turba assai accostarli alle belve  predatrici - i felini, i lupi, i grandi rapaci, gli squali persino, hanno in sé una motivazione, la sussistenza della specie - loro no, loro se ne stanno nascosti, predatori velati di nero, vigliaccamente riparati dallo scudo di una falsa religiosità, di un Dio che non c'è, se non nelle loro menti e nelle loro mani lordate del sangue delle prede che ghermiscono. Quel Dio che invocano e nel cui nome sterminano, non gli appartiene; quel Dio ha disgusto di loro.
Ora li abbiamo visti depredare, saccheggiare, distruggere l'Arte e la Bellezza. Scarafaggi repellenti e striscianti mi sono sembrati, armati di scalpelli e martelli, a mutilare statue e templi, con battito metodico, ritmico, come antiche maestranze al contrario. E non avevano neanche il fastidio delle grida, delle implorazioni, la pietra e la sabbia sono mute, il dolore della Bellezza si sfalda senza suono.
Ho sofferto molto, come molti avranno sofferto, nel vedere crollare sotto i colpi la Storia, che è Storia di tutti, dell'umanità intera. Ho pensato che stavano uccidendo una parte di me, e di tutti. E ho pensato che, quegli scarafaggi neri, privi di morale, spogli di intelligenza, miserabilmente avidi, stavano uccidendo anche se stessi. Senza averne consapevolezza. O forse, con la consapevolezza degli scarafaggi, destinati a nutrirsi di sozzure.

Nimrud Iraq

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