giovedì 19 marzo 2015

Ombra d'amore.

Viene spontaneo pensare al padre, oggi. Anche se, prima, non lo festeggiavi neppure, a stento una telefonata. Ma poi tutto cambia, inesorabilmente,  e la mente è cosa strana, fluttua, corre, divaga e si focalizza. Forma un grumo attorno a una figura che torna dal passato, perfettamente riconoscibile, così come ricordavi. Una figura che è un'ombra d'amore.

1991
Non ti ho parlato.
Alle tue mani macchiate
di nicotina, squadrate
come le spalle sotto
la maglia rossa in cucina
coi gomiti al tavolo chiusi.
Non ti ho parlato.
Ai tuoi occhi bianchi
non guardavo più,
ero cieca anche io,
due muti rapaci eravamo
con l’occhio di vetro.
Ma tu sapevi volare, non io.
Un oceano mi sbatte
contro questa riva,
oscuro lido malvagio
che da te mi separa,
non ti ho parlato.
Sei su quell’altra riva
di nebbia e tenebra
chiusa, e il tempo
non corre e debole
sono per giungere a te.
Aspettami quieto, papà,
l’ho detto il tuo nome,
quel tempo verrà
e tu ci sarai, per dirtele
ancora le poche parole.

Che ti regalo, con me.

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