mercoledì 25 febbraio 2015

La normalità del non normale.

Non è facile riflettere, siamo talmente assediati da una torma infinita di notizie, che non è possibile, non per me. Schegge, frammenti, scagliati contro una normalità che, da tempo, ha cessato di essere normale. Non è normale vedere i giovani girare su se stessi, alla ricerca di un qualcosa, qualcosa che prima si chiamava lavoro, occupazione; girare su se stessi, fino ad avvitarsi nel buco della loro esistenza, senza più sbocco, senza voglia, inerti e inermi. Non è normale assistere alle incessanti, tragicomiche vicende dei politici, alle loro risse, alle loro volgarità sapientemente svelate ai giornalisti. Non è normale aspettare il prossimo carico di vite risucchiato dal mare e le furibonde prese di posizione di questo e di quello, senza che nulla cambi. Non è normale che si sussurri "ma ci sarà la guerra?" e alcuni, magari, la vorrebbero davvero. E non è normale che i tagliagole, farabutti che hanno fatto della loro barbra ignoranza una nera bandiera di morte, continuino a incutere e seminare terrore. E soprattutto a sporcare l'immagine di un popolo. Ma così è, e non ci resta che piangere, recitava il titolo dell'omonimo film, con Benigni e l'indimenticabile Troisi.
Io, qualche risata, anche agretta, me la faccio, ogni tanto sul web. A spulciare bene, si trovano, tra i commenti e nei post e nei pensieri personali, delle vere chicche. Ma questa è un'altra storia.

Antonio Ligabue - Autoritratto - 1954

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