Ogni tanto rileggo le mie note, appunti sparsi negli anni, e ritrovo me stessa. Quella di un tempo e quella che sono adesso.
C’è un Dio 1971
C’è un Dio puerile in te,
capriccioso ti scorre nelle
vene,
risale il fiume del tuo
sangue
e si affaccia curioso agli
occhi.
Traspare nel bosco segreto
del tuo sguardo, tela di
ragno tesse,
zufolando una canzone,
allegro
agita le mani e mi afferra.
Mi trascina sull’albero più
alto,
la testa ricciuta rovesciata
al sole di quest’ultima
stagione.
E ride, ride, e io cado vuota
di sogni nell’ombra calda
dei suoi caprini piedi.
Maligno, prende a calci
Il mio cuore, si rifugia poi
tremante tra le mie braccia.
È il mio bambino.
Satiro danzante III-II sec. a.C. - Mazara del Vallo
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