domenica 26 maggio 2013

Pomeriggio in compagnia di un libro e del mal di schiena.

Me ne sto seduta, non comodamente per via del mio fondoschiena dolorante, le mie inseparabili ernie si risvegliano ai primi tepori come fossero boccioli di rose, e aspetto. Al mio fianco un accompagnatore paziente e compagno da sempre e mi sento ben disposta, la libreria è discretamente affollata, senza calca, una cosa civile e tranquilla insomma. Poi si inizia, la relatrice fa la doverosa introduzione e il giovane scrittore prende subito dopo la parola, lievemente impacciato, ma mi è simpatico, tengo il libro appena acquistato tra le mani e lo sento vivo attraverso le parole dell'autore. Non tutto quello che dice mi piace, non del libro, ma della sua visione della realtà, mi sembrano frasi più a effetto che ragionate, quasi da gossip per intenderci. Una visione fugace della letteratura isolana, un colpetto all'antimafia -Sciascia semper docet - la condanna ovvia dell'immagine stereotipata che si ha (ancora?) della Sicilia. Mi alzo, un po' irrequieta, ascolto la domanda di una signora del pubblico, "è il profumo a farti capire che sei in Sicilia!" asserisce la signora,  e io comincio a smaniare. Mentre la sala si svuota, le defezioni avvengono in silenzio, solo il grattare delle sedie e lo sventolare lesto di abiti che si allontanano, arriva lui. Il relatore vero, colui che avrebbe dovuto spiegare a noi ignare menti l'argomento, arriva trafelato, boccheggiante, in ritardo e prende la parola. Pochi minuti, una manciata di arroganti banalità, di fendenti dati alla cieca, a chi tocca tocca, conferma soltanto la grandezza di Philip Roth e vorrei vedere, gli faccio cenno con la testa sempre più indispettita e stanca. Finalmente tace e non ha detto niente del libro,  ho il dubbio che  l'abbia letto. La sala è ormai vuota, sono fiera di me che ho resistito, mi avvicino al giovane scrittore, vorrei abbracciarlo in un empito di materna tenerezza, ma gli porgo il libro per l'autografo e gli sussurro sottovoce, dai, che Pirandello è un grande.

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