martedì 21 maggio 2013

Grazie ai giovani, lunedì di speranza.

I giovani oggi. Qualcuno li aveva definiti mammoni e può anche essere che lo siano, perché le mamme italiche siamo troppo affettuose, troppo ansiose, troppo possessive, troppo di tutto insomma, e chi se ne frega, io dico che siamo amorevoli. E meno male che lo siamo in gran parte, che poi ci sono quelle, il giudizio morale non oso pronuncialo dato che credo che siano solo creature malate nello spirito e nella mente, che li buttano giù dalla finestra i loro figli e altro ancora. Ma tornando ai giovani, c'è stata anche una signora che, altrettanto incautamente -chissà quante volte si sarà pentita per non aver taciuto- li ha definiti "choosy" schizzinosi, alludendo alle difficoltà di trovare un'occupazione. Ora io penso che qualche "choosy" ci sarà pure e mi pare anche normale, dopo studi e spesso laurea e addirittura, in qualche caso master, aspettarsi un' opportunità decente di lavoro,  mi pare il minimo sindacale, come si dice, ma in generale non lo sono assolutamente. I giovani studiano come possono e sanno fare e poi entrano nella vita degli adulti e pensano di poterlo diventare anche loro adulti, di potersi affrancare dai soldi messi in tasca da mamma o papà per il cinema o dai lavoretti stagionali, dal volantinaggio, dal servizio ai tavoli del bar sotto casa o nella pizzeria che ti paga poco e in nero, le cose vanno male per tutti si sa e se vuoi avere a fine settimana qualche euro, sai che devi stare zitto. Entrano nella vita e di colpo, al terzo, quarto mese di coda presso le agenzie interinali, dopo molte ore trascorse a spulciare annunci sul web, che poi li trovi seduti a cena con gli occhi rossi e gonfi come se avessero pianto tutte le lacrime della Terra, e forse lo hanno anche fatto, dopo i primi tre, quattro mesi cominciano a capire che per loro non c'è niente o quasi. E allora partono in molti. Fanno un biglietto il primo low cost che trovano, racimolano qualche centinaio di euro e vanno, non sanno neanche dove in fondo, non sanno cosa faranno, non hanno idea delle difficoltà e della solitudine che proveranno, ma l'idea dell'avventura possibile è sempre preferibile alla consapevolezza che la loro terra non li ha voluti, li ha accompagnai fuori dalla porta, verso un aereo che volerà in altri cieli. Ci sono i giovani però che restano, chiusi alla lusinga rabbiosamente, cocciuti continuano a cercare e qualcosa trovano, un filo d'erba nella steppa e vi si aggrappano e vivono con una dignità che commuove e fa bene al cuore. Ho voluto parlare dei giovani, perché ieri  è capitato un fatto per me bellissimo. Avevo giorni fa pubblicato un post anche abbastanza lungo, cosa sconsigli ata da FB, e ieri appunto, tra gli altri like ricevuti ne trovo due messi lì da ragazzini, sì poco più che bambini direi e mi sono stupita, emozionata perché l'argomento del post non era sulla musica pop, non parlava di rap, non parlava di flirt e sesso, ma di problemi sociali e politici, della vita vera dunque. I miei post non hanno molti fan, neanche tra gli adulti, ma  scorgere nero su bianco il nome di due "imberbi" mi ha riconciliata con il lunedì, giorno notoriamente pallosissimo.




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