domenica 3 maggio 2015

No, non ci sto.

E no! Non ci sto. E va bene tutto,  e gli sprechi e la corruzione e la mafia e il lavoro che non c'è e il malcostume di piangersi addosso, spesso e volentieri. Ma anche quest'ultima beffa del padiglione che rappresenta la Sicilia all'Expo di Milano, sporco e deserto, che sta facendo il giro del mondo tramite il web, mi fa proprio andare fuori dai gangheri. La Sicilia e i suoi prodotti, le sue specificità agricole e alimentari non possono essere liquidate così, con le immagini di negligente superficialità che vengono trasmesse al pubblico. La Sicilia non è in quel padiglione allagato e malconcio. Se ne sta qui, con i suoi vigneti arrampicati sull'Etna o stesi in prossimità del mare, e il vino è rosso e dà alla testa e canta al cuore, col profumo del vento marino e del sole che, quaggiù, sono di casa. La Sicilia è nei giardini di agrumi, incomparabili succose delizie della terra spessa e nera; è negli olivi e nei carrubi che, nell'estremo lembo, si afferrano contorti alle zolle, rincorrendosi fino a sfiorare il mare. La Sicilia è nelle greggi che offrono generosi formaggi, ricotte calde, dolci e salate, da mangiare con l'inebriante pane di grano duro. La Sicilia è nei suoi dolci che non hanno uguali al mondo, e non temo smentita di sorta, nelle sue mandorle che sembrano grosse perle d'avorio, nei pistacchi preziosi e nei fichi che, ad agosto, colano miele. E tanto, tanto altro ancora. E tutto intorno il mare, che vorrei tornasse a dare vita, come una volta.
No, non ci sto. La mia Sicilia è qui.  

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