lunedì 25 maggio 2015

In viaggio, sempre.

Non c'è un limite per la nostra crescita. Non esiste un punto d'arrivo, uno stop. Continuiamo a camminare, percorrendo strade dissestate, inciampando spesso; oppure lungo viali ombreggiati, dove vorremmo fermarci a riposare. E continuiamo a incontrare gente, persone, come noi in viaggio, e ognuna di loro si porta appresso una valigia piena, proprio come noi, piena di pensieri e illusioni, ognuna di loro si porta dietro la propria vita. Fino all'incontro con un altro, sconosciuto del tutto o forse anche no, un altro a cui non abbiamo mai veramente prestato attenzione. Che ci ha sfiorato, passando rasente, senza mai toccarci davvero.
Poi con un gesto, una parola, uno sguardo attira la nostra attenzione e diventa indispensabile. Altre volte, si allontana, fino a sparire. Di lui resta solo un'eco leggera nell'aria, un accenno di sorrisi e di lacrime. I nostri compagni di viaggio, spesso inconsapevoli, si susseguono e si moltiplicano, come una rinnovata parabola, per nutrire la nostra anima affamata, per darle l'alimento necessario alla sua crescita. Ogni esperienza della cognizione degli altri racchiude in sé il seme di una crescita, di una fioritura. Così accade nell'amicizia, così nel nucleo familiare. E, come per i fiori, bisogna avere cura di questi semi. E non occorrono né concimi, né acqua, solo la paziente attesa e l'amorevole accettazione. Dei nostri difetti e delle nostre colpe, che non sono inferiori ai difetti e alle colpe degli altri con i quali ci è capitato di condividere l'avventuroso viaggio.

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