lunedì 13 gennaio 2014

La pienezza della vita.

Mi sento soffocare, ho la gola chiusa e non è la doverosa, annuale influenza. Mi sento soffocare da questa realtà che mi condanna a una non voluta reclusione. Sono in perenne crisi d'aria, vivo in apnea. Sotto un cielo basso e vischioso, un cielo d'inverno cattivo, mi sono condannata a un'esistenza da esiliata, mi sono data l'ostracismo da me. Non ho nessuna voglia o curiosità di incontrare gente, di lasciarmi avvicinare da chicchessia: basto a me stessa. Un'uggia feroce mi assale verso tutto e tutti, a malapena riesco a tenermi al corrente delle novità (novità?quotidianità ripetitiva!) che giornali, web e tv emettono con sincronico stillicidio, quasi fossero dei rubinetti spanati. Sempre le stesse notizie, sempre le stesse facce furbesche, da avvizziti personaggi della Commedia dell'Arte; sempre gli stessi Pulcinella e Arlecchino, Balanzone e Stenterello con le vistose Rosaura e Colombina a coronare il quadro, senza aggiungervi però né la grazia, né la perizia di quelle autentiche damigelle. Che  smania di dissolvenza mi prende, non della mia, ma di quella loro. Dissolti, sparpagliati come granelli di sabbia, infinitesimali punti nello spazio.
Mi consolo ascoltando De Andrè, mi conforta la sua voce di tabacco calda che parla di amori perduti e ciechi, di donne dalla bocca di rosa e di impiccati e di Piero e di Carlo Martello. Mi riporta indietro, Fabrizio, ad altri tempi, tempi di disperati sogni e  di furioso sentire; ma ero viva, ero piena. Come una madre che ha un figlio in grembo e se lo serba con geloso amore. E mi strugge non scorgere quella mia giovanile pienezza nei ragazzi di oggi. Non gli abbiamo scippato solo posti di lavoro, non gli abbiamo scippato il futuro, non solo questo. Gli abbiamo scippato, ladri vampiri, la pienezza dell'esistenza, il gusto esaltante ed esaltato della vita. L'altra sera lo psichiatra Vittorino Andreoli esortava i giovani a essere eretici e Beppe Severgnini, politically correct man, aggiungeva preoccupato, sì eretici, ma non folli, per carità, non fate follie!  E Andreoli ribatteva,  "certo, gli eretici passano alla storia. I folli no"
Non so, non ne sono del tutto convinta. Forse oggi bisognerebbe essere eretici e folli insieme. Ma, più probabilmente, è già troppo tardi per esserlo.


Amedeo Modigliani, Ritratto di Jeanne Hébuterne 1918
  

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