giovedì 26 dicembre 2013

Diario di Natale.

Finito il frastuono del cuore, memorie e ricordi archiviati, restano i piatti da riporre e le tovaglie rosse da appendere al sole che non c'è. L'odore del Natale resta ancora nelle stanze, permane un aroma di dolci burrosi e di cannella, stagna sulle larghe brattee dell'euforbia squillante, retaggio vivo della festa. L'abete (ecologico? e quando si dovrà smaltire, dove andrà, tra i rifiuti speciali?), scintilla inesorabile, almeno per un'altra settimana. Fino a che ci sarà lei, la mia ninfa bella e infedele. Infedele a me. Scapperà volando verso la città straniera che l'ha accolta con freddo affetto. E che lei, la mia ninfa, adesso ama. Io tornerò alla mia vita di sempre, fitta di finti impegni, fitta di letture e di scrittura inutile, reciterò la mia parte. E penserò a lei e aspetterò il prossimo aereo e il prossimo Natale. Intreccerò una ghirlanda con filo d'acciaio e bacche di mirtillo per incatenarla. O catturerò un pettirosso e lo chiuderò in gabbia. E lo libererò con lei e li vedrò volare via insieme.

Dal diario di Adele.


Il mio Natale

L’albero se ne sta
In salotto
Finto e brillante.
Non porta appeso
Niente di me.
Le sue sfere di vetro
Conservano il tuo
Codice genetico.
Le serberò con cura
Nella carta bianca.
In attesa di un altro
Natale con le tue
Mani che sfiorano
Le mie stanche.
Non farò auguri
Li voglio da te.
Non avrò doni
Da scartare
Li voglio da te.
Non ascolterò
Canti e preghiere
Sola senza di te.
E’ il mio modo
Di amarti, di darti

Il Natale.


Salvador Dalì   Natività acquerello 1964

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi