domenica 8 dicembre 2013

In pieno marasma.

Ma dico, va bene che l'opposizione deve fare il suo mestiere, cioè quello di contrastare l'azione di Governo quando questa non soddisfa le istanze dell'elettorato di riferimento (lapalissiana presa per i fondelli), ma insomma un minimo di decoro, di dignità, di autodisciplina non guasterebbero. Anzi, si imporrebbero. E invece che succede? Succede che, udite, udite, due partiti o movimenti (il termine partito è ormai del tutto squalificante sinonimo di cloaca) stanno dalla stessa paste della barricata, strepitando perché si vada subito al voto e si determini l'impeachment della prima carica repubblicana. Ora, senza nulla togliere alla legittimità delle richieste (non entro nel merito), una domanda sorge spontanea, simile a una pratolina vezzosa nel mese di aprile: ma che ci fanno due "movimenti" all'apparenza così dissimili tra di loro, a battagliare alla baionetta, uniti contro un comune nemico? quale singolare affinità c'è tra la squisita signora Santanchè e il mite e goffo Crimi? Anche qui, l'arcano è assoluto. Anche perché, fino a pochi giorni fa, i pentastellati si assicuravano con vigore la debacle di Berlusconi, si appuntavano al viril petto la medaglia al valore per avere cacciato via dalle aule parlamentari il "delinquente" (parole loro)! E adesso si dimenano nella trincea assieme all'insolito alleato, sbraitando a squarciagola, con le narici frementi d'un rinnovato orgoglio. Tutto questo, mentre lo Stivale è percorso da rigurgiti di rabbia, da proteste, da azioni di rappresaglia, un marasma sociale ambiguo, illuminato solo dalla livida luce di chi mesta nel torbido. Ma questo è un discorso altro, ben più serio e pericoloso delle istanze di due partiti (pardon, ma è una vecchia abitudine) che vociferano. Stiamo a vedere, aspettiamo. Anche se la pazienza scalpita, anche se l'istinto provoca un prurito alle mani, anche se la gola duole per le parole taciute. Per civile educazione, per dignità, per una forse stupida, ostinata lealtà verso noi stessi e questo Paese. E non posso fare a meno di rimpiangere i miei calpestati ideali.

Giuseppe Pellizza da Volpedo     Il Quarto Stato   1901

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