lunedì 3 giugno 2013

Giugno, le vacanze e i senza appello.

Ed ecco giugno, mese di passaggio, mese del solstizio d'estate, mese di progetti per le ferie sacrosante che per molti saranno da santificare nel santuario delle proprie case, se va bene si potrà sperare in una gita fuori porta, al mare, e chissà se anche il mare non si metta in ferie, gli toccherebbe pure un po' di pace, meno gente, meno oli e creme galleggianti a renderlo simile a un vecchio leopardo; meno code sulle arterie e il vento che spira dal mare penetrerebbe nelle strade e nelle piazze, ristorando con fresca salsedine le nostre stanze. Mi vengono in mente le vacanze da bambina, erano così, senza grilli per la testa, di grilli c'erano quelli che saltavano e cantavano in campagna, quando si poteva andare; per il resto c'erano mattinate sulla sabbia che ti levigava come un ciottolo e il sole che ti abbrustoliva come un chicco di caffè. I pomeriggi al chiuso, solleone ruggiva anche allora, e il silenzio di quelle ore me lo porto dentro, denso e sensuale come una donna nuda. La sera, il massimo era il cono che si squagliava fino ai gomiti, mentre passeggiavo con il naso per aria, seguendo i genitori e le stelle: brillavano allora, erano vive sulla città. Ricordi che giugno ha incollati addosso. Come allora E rappresenta il mese della fine della scuola, anche questa è ed era una gioia, quando va bene. I ragazzi aspettano l'esito e ci saranno, come sempre pianti e recriminazioni, ma anche, se Dio vuole, allegria e cori di esultanza. Respinti o promossi o in attesa di giudizio. E a tal proposito, un pensiero balzano mi sovviene: dico, se è vero che i cittadini sono tutti uguali, perché non applicare a tutti questo criterio? Un esempio lampante, si dice che ci sia nel nostro amato Parlamento, una scarsa presenza di addetti ai lavori, pagati da noi è ovvio, i signori e le signore eletti e strapagati, da noi, spesso sono assenti e latitano, vuoi per motivi validi, vuoi, e qui casca l'asino, per motivi che di valido non hanno un bel niente. E allora? Perché non sanzionarli severamente, come si usa fare con allievi indisciplinati e reticenti al dovere?  Sarebbe un atto democratico davvero, onorevoli, gli esiti degli scrutini sono affissi:promossi o respinti. Senza appello.

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