martedì 6 marzo 2018

Poi una stella

Succedono le cose, si susseguono e si inseguono ed è difficile afferrarle, è difficile comprenderle. Accadono senza un motivo e al contrario nascono perché il motivo c'è, accucciato da qualche parte se ne stava immobile e silenzioso. Eppure dovremmo intuire, dovremmo decodificare i segnali che, giorno per giorno, si manifestano leggeri come farfalle, evanescenti come spettri della mente. Li scacciamo via, sono molestie che non vogliamo nelle plaghe desolatamente note delle nostre esistenze. Dove tutto deve essere quiete, ordine, abitudine.



Poi una stella

Non ti parlo delle cose
che si muovono dentro di me
Non ti afferro e non  strattono
il magione blu che ti sta stretto
Ti osservo e mi sento una ladra
una gatta o una faina
accanto all’albero che nasconde
la preda sicura nel nido di sterpi
Ti guardo e sono sorridente
con un pugno di sale in bocca
vorrei fumare una sigaretta
ma non posso dare il cattivo esempio
La tua pelle è pallida oggi sotto
la luce smorta della stanza lontana
Vorrei accarezzare quest’ombra scura
che ti si è disegnata qui sulle guance
vorrei sfiorare il tuo ridere imbarazzato.
Ti volto le spalle e la porta si chiude
e non siamo soli io e te
lo sai questo, tu lo sai.
Fuori c’è il freddo della notte di marzo
sale dalla terra smossa
a toccarmi la nuca
La gatta non dorme respira qualcosa
un frusciare di piccole zampe
oppure è la rosa che s’allunga
ingannando il silenzio e noi due
Il cielo è una certezza di blu
di nero di fondo di vuoto
mi perdo ubriaca nel pensiero di te
Poi una stella mi s’impiglia negli occhi
E li chiudo e la conservo per te.


Marc Chagall  "Le cinque candele (particolare)"  1953-1956




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