Poi una
stella
Non ti parlo
delle cose
che si
muovono dentro di me
Non ti
afferro e non strattono
il magione
blu che ti sta stretto
Ti osservo e
mi sento una ladra
una gatta o
una faina
accanto
all’albero che nasconde
la preda
sicura nel nido di sterpi
Ti guardo e
sono sorridente
con un pugno
di sale in bocca
vorrei fumare
una sigaretta
ma non posso
dare il cattivo esempio
La tua pelle
è pallida oggi sotto
la luce smorta
della stanza lontana
Vorrei accarezzare
quest’ombra scura
che ti si è disegnata
qui sulle guance
vorrei sfiorare
il tuo ridere imbarazzato.
Ti volto le spalle
e la porta si chiude
e non siamo soli
io e te
lo sai questo,
tu lo sai.
Fuori c’è il
freddo della notte di marzo
sale dalla terra
smossa
a toccarmi la
nuca
La gatta non
dorme respira qualcosa
un frusciare
di piccole zampe
oppure è la rosa
che s’allunga
ingannando il
silenzio e noi due
Il cielo è una
certezza di blu
di nero di fondo
di vuoto
mi perdo ubriaca
nel pensiero di te
Poi una stella
mi s’impiglia negli occhi
E li chiudo e
la conservo per te.
Marc Chagall "Le cinque candele (particolare)" 1953-1956
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