martedì 27 febbraio 2018

Che cosa posso dirvi

Ci sono frangenti della vita nei quali il cervello e il cuore tacciono, quasi atterriti dalle proprie insipienze, insignificanze, di fronte agli accadimenti di una realtà talmente  aliena e alienante da apparire grottesca, teatrale.

Che cosa posso dirvi.

Che cosa posso dirvi
Che non ho detto?
Ragazzi miei
Che ragazzi non siete più
Nelle tempie striate
Nel graffio che s’allunga
Sulla guancia solco d’aratro
Ara la mia terra scura
Che non germoglia più.

Che altro posso dirvi
Che non sapete già
Ragazzi miei
Che tutto conoscete
Di questa vita zoppa
Che vi s’appoggia addosso
Col greve peso di noi vecchi
Ad intralciare il passo
Al nuovo maggio freno.

Soffoco le parole
Le schiaccio dentro
Ribelli come vorrei che foste
Alla menzogna e al plagio
Alla lusinga e al dolo
Alla violenza della falsa legge
Alla giustizia inesistente.
Ai sepolcri imbiancati
Per voi restaurati.

Che altro posso dirvi
Che non v’ho detto
Ragazzi miei amati.



Salvador Dalì  "La persistenza della memoria"   1931



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