sabato 25 marzo 2017

Uno sterminato lager.

Sono stati giorni convulsi, la quotidianità spezzettata in tante schegge incontrollabili. Alle consuete fatiche, allo spossante cammino, doverosamente incessante per non arrendersi, si sono sovrapposte e intrecciate fittamente le spinte ansiogene del reiterarsi crudele del terrore a Londra. Strano e insieme molto umano il sentire e il reagire di noi tutti, nel corso dei mesi. La calma apparente rassicura, ci consente di dimenticare, di riporre nel recesso più oscuro della nostra mente ciò che ci impedirebbe, altrimenti, di condurre un'esistenza normale. L'illusione che  il peggio sia fuori dalle nostre vite, solo perché non ci tocca da vicino, solo perché non ne vediamo, per un lasso di tempo, le devastanti, tragiche conseguenze sui nostri schermi televisivi. Poi arrivano le immagini, magari nell'intimità di una cena familiare, e tutto si capovolge. Il mondo entra con furia nelle nostre case e sconvolge il nostro tempo, distrugge l'apparente calma. E, ancora una volta, ci rendiamo conto che ci siamo dentro a quel mondo, catapultati senza opzione di scelta nel vortice nero del terrore.
Ma è questo quello che vogliono quei miserabili sanguinari, è questo terrore infiltratosi nelle nostre case, nelle nostre menti come un tarlo demolitore, è questo insidioso malessere, la loro guerra. Vogliono vincerci, annientando la nostra capacità di vivere le nostre vite.
L'altra sera ho visto un reportage su Mossul, sui suoi superstiti abitanti: larve di uomini, un anziano uomo ricoperto di stracci che urlava la rabbia e lo strazio di una città depredata, violentata, uccisa. I bambini gli stavano intorno con i loro occhi incerti tra il riso e la paura, i bambini che hanno visto la loro innocente sete di giochi, la loro giusta fame di cibo e di sogni, spazzate via. Ho ascoltato dopo le riflessioni di qualche politico, di qualche giornalista, ma non mi arrivavano, erano suoni erano sillabe dentro all'involucro opalescente.
Mossul e Londra. Mossul e noi . Se solo capissimo che  siamo, tutti, confinati in questo sterminato lager del terrore.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi