giovedì 23 luglio 2015

Voltare pagina.

E poi arriva il momento di voltare pagina, non ci si può fermare a quelle righe, non ci si può fermare a quell'attimo. L'immagine del libro che scorre sotto le nostre mani, sfogliato dalle nostre dita, è esattamente attinente a quello che si prova quando, come una folata di vento fresco in queste giornate infernali, ci arriva addosso la consapevolezza che tutto non sarà mai più come prima. Ci afferra una malinconia struggente, è vero, ci sentiamo scardinati, ma non possiamo far altro che accettare. E ricominciare. A volte, il passato decide per noi, si chiude dietro la porta con modi sgarbati, la sbatte violentemente dietro di sé e scompare. Scompare appunto, in fondo è un atto d'amore, un gesto generoso che ci consegna al presente e da qui al futuro. Qualcuno, forse una madre, forse una nonna, forse anche un grande scrittore, diceva che il passato e chi lo ha rappresentato con tanta forza per ciascuno di noi, resterà per sempre, vivrà in eterno nei ricordi. Ed è banalmente vero, è così. I ricordi continuano a emettere luci e suoni, continuano a parlare incessantemente e noi li accogliamo con un sorriso e una lacrima. Li mettiamo al riparo in una nicchia tutta per loro, dove, sappiamo, potremo sempre ritrovarli. Ma la vita è altrove, la vita corre sulla strada davanti a noi e ci invita e si gira a vedere se le stiamo dietro, non possiamo resisterle. Sarebbe da sciocchi, sarebbe deporre il fardello e fermarsi ad aspettare niente, perché negandoci al passaggio che il presente ci offre, non riavremo di certo il passato. Resteremo soli, sempre più soli, incerti e smarriti e negheremo a noi un altro passato, altri gesti, altri suoni, altre luci. Altri ricordi. Avremo un bagaglio esiguo da consegnare all'arrivo, striminzito e avaro. La generosità è anche riempire la nostra valigia, la regaleremo colma di noi agli altri che verranno.

JOEL MEYEROWITZ
 (New York, 6 March 193

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