sabato 4 luglio 2015

Le assenze.

Capita di svegliarsi prima che l'alba schiarisca il nero della notte. Capita a tutti, almeno una volta nella vita. E, alla coscienza ancora nel vischio del sonno non risuona nessun'eco di sogni. Poi, nella silenziosa ombra arrivano, lancinanti, ricordi che hanno volti e corpi. E non svaniscono finché la sfera rossa taglia il filo teso a oriente. Allora è un attimo e tornano le assenze.

Le assenze 2013

Nella casa rosicata dal tempo
eravamo appesi alle mani dei genitori,
senza sapere altro se non il gioco ridente
e il girotondo alla faccia seria della vecchiaia,
era la nostra la faccia allegra della casa sgretolata.
Senza sapere altro, se non la nostra presenza
assordante a scardinare porte, barriere erette
agli spazi oscuri  dei bambini,
con gli occhi incerti aspettavamo gli ignoti alfieri
bardati alla festosa mensa della futura vita.
Non arrivarono su cavalli, né su carri agghindati,
erano a piedi e si posero davanti a noi,
segreti muri da scalare, caddero i calcinacci,
rovinò su noi il tetto della casa, le mani appese
a noi ritrassero le dita, diafane divennero.
I muri  stolidamente fissi non vacillarono,
crebbero, mattone su mattone, pazienti maestranze
a cingere tutte le nostre assenze, silenti spettri
del passato feroce, e irridente ci strizza  l’occhio
freddo e asciutto di lacrime, dei morsi al cuore privo.
E nuove assenze si aggiungeranno alle macerie antiche,
nuovi tetti crolleranno e i muri resteranno saldi,
tacite sentinelle, i celati rimpianti a custodire,
ci chiuderanno con possenti braccia di pietra
nell’abbraccio senza fuga,  inermi e stolti,  cosa saremo.

Edvard Munch, Melanconia, 1894-96





2 commenti:

  1. Ricordi addormentati si sono risvegliati. Che bella poesia! E che modo sorprendente hai di toccarmi i sentimenti.

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    1. Credo che nei sogni ci si rivelino molte più verità che da svegli. A me succede spesso. Grazie per le belle parole, Magali

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