"Oh infine, ho la mia coscienza e mi
basta." (...) Non vi dirò che non val nulla, se per voi
è proprio tutto;
dirò, per farvi piacere, che allo stesso modo ho anch'io la mia e so che non
val nulla. Sapete perché? Perché so che c'è anche la vostra. Ma sì. Tanto
diversa dalla mia. (tratto da "Uno, nessuno e centomila di Luigi
Pirandello)
Mai come in questi giorni le parole di
Pirandello mi sembrano perfettamente attinenti a tutto quello che accade.
Abbiamo assistito a una sequela di assoluzioni in vari processi e non starò qui
a ricordarli tutti. Mi limiterò a riportare che, per tutti o quasi, non erano
sufficienti le prove a carico o il reato non era ascrivibile ad alcuni degli
imputati o essi stessi erano estranei al reato.Ne prendo atto, con una certa amarezza, ma
ne prendo atto. Nel processo per il terremoto de L'Aquila, quello che però mi
ha emotivamente colpita è stato lo sconcerto e la rabbia di chi gridava
"vergogna" da una parte, e dall'altra l'apparente serenità d'animo
espressa da alcuni imputati-assolti e, in particolare, quella espressa da un
magistrato che, rispondendo alle domande di un giornalista, si definiva
"in pace con la coscienza e con Dio". Purtroppo non ne ricordo il
nome, ma ne invidio le certezze. Ecco, io non sono così sicura della mia
coscienza, come Pirandello scrive, non vale nulla perché c'è quella di altri.
Però, sempre citando Pirandello, la mia è diversa.E tornando a più umili e ordinari fatti,
anche nella vita quotidiana si inciampa in moltitudini di coscienze. C'è, ad
esempio, la coscienza di chi sa con ferrea sicurezza, a chi rendere merito nel
lavoro svolto. Lo sa con la ferrea certezza dovuta ad anni di assuefazione,
rassegnata o no, al nepotismo più sfrontato e al clientelismo; lo sa in quella
maniera, ipocrita e arrogante, per mezzo della quale si muove nella società,
acquisendo consensi e simpatie, più o meno devote. Sa a chi rendere merito,
immeritatamente, a scapito dell'onestà e della riservatezza, dell'educazione e
della laboriosa applicazione, dell'intelligente capacità di assolvere ai
compiti assegnati senza degradare la propria coscienza.
Che è, per l'appunto, una coscienza diversa.
Che è, per l'appunto, una coscienza diversa.
Foto di Jerry
Uelsmann
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