Succede che ogni cosa proceda come dovrebbe; succede che tutto appaia confinato nella quotidiana, sudata monotonia. Senza scosse, senza attese: soltanto la certezza di un distacco, quasi accettato.
Sono i fatti della vita, toccano un po' tutti: le vacanze e il mare e il solleone e la cucina estiva e le chiacchiere indolori e una serata con vecchi amici e poi, poi basta. Poi una partenza, un aereo che si porta via un pezzo di te. E l'autunno fa il resto e ti chiude nella sua dolcezza.E si pensa che sarà così ogni estate a venire. E invece no, quella che se ne è andata, avrà il potere di farti chiudere i conti con te stesso. Quei conti in sospeso di cui eri all'oscuro. Sarà perché ci si è distratti (il corpo si apre al sole e la mente si richiude); sarà perché si cacciano via quasi fossero zanzare e tafani, le ansie moleste; sarà perché le notti sono brevi e sguazzano nella birra ghiacciata; sarà perché la luna è così grande nel buio e crediamo di poterla raggiungere con un salto. Sarà per tutto questo e per molto altro ancora che dimentichiamo chi siamo e, spesso, chi sono i nostri compagni di viaggio. Poi arriva settembre e la prima pioggia, la notte si fa più lunga e la birra non ha più lo stesso sapore; la luna non è poi così lucente e così grande, ma soprattutto è talmente lontana che dovremmo cavalcare l'Ippogrifo per recuperare il nostro senno perduto. Ma non ve ne sarà bisogno, la vita si ripresenta, scomoda, pressante, vivace, rumorosa, e ci presenta il conto da pagare. Assieme al senno smarrito sulla tonda luna estiva.
Marc Chagall - Sposi sul cavallo alato.
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