domenica 7 settembre 2014

Bugie, che passione!

Torno spesso sul tema della menzogna, lo so. Rischio di essere monotematica, ma che vi posso dire a mia parziale discolpa, se non che è un argomento che mi affascina? In verità, è meglio togliersi il sassolino subito, siamo tutti bugiardi. Un pochino, tutti. C'è chi lo fa per mestiere (gli attori e i politici); chi per guadagno (imprenditori, banchieri, le prostitute); chi per infingardaggine (sempre i politici e quelli che non vogliono rotte le scatole); chi, in ultimo, per propensione naturale (quelli che non sanno fare altro e vi possono rientrare tutti gli appartenenti alle altre categorie succitate). Qualche volta mentono gli scrittori e i giornalisti, ma è un vezzo, una sbandata dell'ego distratto, un momentaneo riflesso condizionato dagli eventi, dai ricordi, dalle esperienze. Di solito sono i signori uomini - e non me ne vogliano - a mentire di più: noi donne siamo storicamente, culturalmente avvezze a prendere la realtà così come ci si palesa davanti agli occhi, un figlio è un figlio, bello o brutto che sia, buono o cattivo che sia; e anche nel mondo del lavoro è la stessa cosa. Dall'origine del mondo abituate a sfangare l'esistenza nel far quadrare il girone infernale di moglie-amante-madre-massaia-lavoratrice, non abbiamo bisogno di sdrucciolare sulla effettiva consistenza di questi ruoli. C'è chi lo fa, d'accordo, ma si tratta di una specie in via di evoluzione. In senso maschile.  Ma più che altro la menzogna nella donna assume le caratteristiche di un ornamento, di un arricchimento della realtà quotidiana, noi donne abbiamo il potere di rendere suggestivo un luogo che non lo è; di creare un'atmosfera vivacemente gioiosa o terribilmente tragica, anche se non vi sono i presupposti, nella realtà, per essere  felici oppure per precipitare nello sconforto. Possiamo definirci propense all'esagerazione dei sentimenti, a un'espansione dilatata delle nostre e altrui percezioni ed è una delle tante maniere di essere bugiardi. Quelli che però mi seducono con virulenta passione sono i mentitori cronici. Cioè quelli che non sanno di mentire o se lo sanno non vi fanno più caso, e saltellano, piroettano da una bugia all'altra con incredibile agilità. Difficile scorgere sui loro volti lo stigma della menzogna ( c'è tutta una letteratura sulla gestualità dei bugiardi), riescono a non battere ciglio; non arrossiscono, non si tormentano le mani e non si grattano il naso o non si titillano l'orecchio. Sgranano occhioni innocenti e rifilano menzogne. Contraddicendosi, colti da provvide e improvvise amnesie, marciano impavidi e a testa alta nella strada che hanno scelto. E se qualcuno fa notare loro una buca, un intralcio sulla loro strada, se qualcuno osa replicare "ma ti stai contraddicendo, alcuni giorni fa mi hai dato una versione diversa", non vi stupite se vi risponderanno "ah sì? non me n'ero accorto!" Con gli occhi innocenti ben piantati dentro ai vostri.


Amedeo Modigliani    -  Fotografia e ritratto di Celso Lagar  1915

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