mercoledì 9 luglio 2014

Alla fonte quieta.

Dai sogni di notti estive, nel ronzio di ventilatori e climatizzatori e zanzare.
Dagli incubi di albe estive, nella vibrazione di sole rosso che abbacina occhi e cervelli.
Visioni di paure notturne, singulti del cuore respirano accanto a noi, stentano a dissolversi. Sarà la luce, bianca e rovente lama, a recidere il filo di ombre.
Plachiamo la sete alla fonte quieta.

Alla fonte placo la mia sete.



E alla fonte dell’attesa placo la mia sete
metto una benda sui tuoi chiari occhi
rivolti al passato, ti porto con me 
su altri sentieri sconosciuti a te, a me.
La strada sconnessa si allunga davanti
ma io non la percorro, cieca cammino
lungo immaginari giardini al tramonto
la donna discinta giace nell’ombra.
Una falena si brucia alla luce fallace
arde contorta le ali incipriate, muta
si abbatte schiacciata da veloci passi,
corro alla fonte tra sassi scrosciante.
Immergo le mani d’argento macchiate
trascolora di rosso venoso il nitore
mi abbevero all’acqua in attesa di quiete
di spiccare il volo placata la sete.


Claude Monet   Ninfee  1920




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