martedì 20 agosto 2013

Nuvole e inquietudine.

Non so perché ma quest'anno provo un'inquietudine anonima nell'attesa che l'estate ceda il posto al più amato, da me, autunno. Dovrei sentirmi in pace aspettando le prime piogge, le ho sempre aspettate con una gioia manifesta che urtava il buonumore vacanziero dei più, scrutando inutili addensamenti di piombo, qualche nuvola scappata dal gregge fitto di quelle del Nord, che si prendeva gioco delle mie speranze di acqua e di frescura. Lo scruto anche oggi questo cielo biancastro d'afa e qualche nuvola c'è sulla montagna e forse arriverà anche sulla città a lavare la pietra nera delle strade, a togliere il fuoco dai corpi e l'arsura dalle piante. L'autunno è ancora lontano, ci saranno ancora mesi di sole e di mare, qui nell'isola l'autunno è tiepido, si colora lentamente e il mare respira di sollievo, sparite le barbare orde. Io però so che mi porterà via qualcosa, mi toglierà un pezzo di vita, frenetica e irrequieta; porterà via con sé il mio personale uragano d'amore e di ansie.
Resterò incollata a questo scorcio d'estate, a questi pochi giorni silenziosi, senza parole, perché devo tacere. La mia libertà è soffocata dalla libertà del mio amore. Questa è la lezione che ho appreso in questi giorni di questa ennesima estate di selvaggia bellezza e la mia inquietudine si stempera, trascolora senza avere risposte.

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