domenica 25 agosto 2013

Correrei incontro alla vita.

A volte vorrei possedere un intruglio, una pozione magica che mi facesse tornare giovane, non indietro nel tempo, ma giovane con i giovani di oggi. Vorrei essere come loro, forse più alta di quello che sono (l'evoluzione è anche nei centimetri in più), sicuramente con qualche tatuaggio e un piercing discreto (ma dovrei dimenticare la mia naturale ripulsa a sottopormi a manomissioni di qualsiasi tipo), di certo disorientata e traballante su zeppe da 12 centimetri, o forse più stabile con scarpe da ginnastica e jeans sdruciti. Mi chiedo come sarei, mi interrogo, cosa farei dei miei anni migliori - così si diceva - e non mi viene in mente niente. Niente di diverso da quello che sognavo di fare da ragazza, niente di eccezionalmente differente. Avrei più conoscenze nello studio e anche più competenze; parlerei due o tre lingue, frutto delle mie esperienze all'estero; avrei amici per tutto il globo terracqueo, i social network aiutano a superare le barriere della timidezza e delle geografie impossibili; avrei una visione della vita fluttuante, non rigida e ordinatamente diritta, ma tutta pieghe e onde e increspature, un po' come il mare che è inquinato ma ci si tuffa dentro lo stesso. Sarei più cinica, mi chiedo, guarderei agli altri con diffidente disincanto, senza aspettarmi niente, se non fregature? Forse, sì. E camminerei spedita, correrei davanti alla mia vita, non lascerei a lei la staffetta. Ecco, questa è l'unica e reale differenza, mi dico mentre  immagino di tracannare la pozione miracolosa, io vorrei avere il coraggio. Il coraggio di scegliere chi dovrò essere, il coraggio di decidere cosa vorrò e soprattutto cosa non vorrò (credo che sia più importante), il coraggio di non tacere, di non assentire e di non asservirsi, per pigrizia o indecisione, alle altrui aspettative. Dimenticavo, ed è esaltante, vorrei essere giovane ancora perché non dovrei più dire questo l'ho già fatto, questo mi è già accaduto, questo l'ho già sentito dire: avrei occhi, orecchie, labbra intatti e, in tal senso, innocenti. E dopo, correrei, andrei al galoppo, senza redini e cavaliere (vi pare un'allusione?), incontro alla vita, la mia.

Foto di Richard Avedon

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