mercoledì 25 aprile 2018

Se guardo fuori

Ho ritrovato queste parole da me scritte qualche anno fa, E mi sono stupita, anche intristita e sul perché in questo caso, io dubbiosa e incerta per fede e per intima essenza, sono al contrario sicurissima: la cognizione dell'inesorabilità di ogni giorno, di ogni data, di ogni avvenimento che ci trascina, brutale, con sé.



Se guardo fuori

Mi inondavo di sole mi cadevano addosso
raggi obliqui
come lance spuntate e accoglienti
mi ci ficcavo dentro
correndo con scarpe che sollevavano
terra di lava nera
Il vestito volava tra le gambe
mi trascinava in un vortice di
fiori spariti dai ricordi
forse rossi o forse  azzurri
Portavo la treccia sulla spalla
era il mio fucile disarmato
che non avrebbe mai sparato
se non scintille al cuore
del mio amante
Ballavano assieme alle bandiere
la treccia e il cuore.
Ero allegra e cantavo
canzoni che non erano mie
erano d' altri uomini d' altre donne
Di tutti i ragazzi e le ragazze che
Avrei voluto incontrare risorti
Dalle mute lapidi.

Se guardo fuori mi viene incontro
la giovane che fui
nel sole a picco resta immobile
sorridendomi tace.
Vorrei che entrasse qui in questa casa
Ma l’ombra è fitta
E io m’oscuro.




Giacomo Balla "Ragazza che corre sul balcone"   1912




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