mercoledì 4 aprile 2018

L'aprile che non c'è.

Dovrebbe essere primavera, aprile è entrato da poco e invece pare che si prolunghi un interminabile inverno, non particolarmente freddo nell'isola, ma senza slanci di nuovi profumi, senza tepori improvvisi, Come un brivido lungo che percorre il corpo anche se fuori c'è il sole. Una strana primavera, davvero strana. Com'è strampalato il mondo, sballottato, una pallina sul tavolo da ping pong in una partita senza fine e ansiosamente imprevedibile. Sobbalzi del cuore, sbalzi di umore. E la certezza che quell'aprile non tornerà.


L'aprile che non c'è.



Che tu non ci sia è una certezza nella nostra casa
la nostra casa era un’altra
e odorava d’aprile perché camminavi
scalza
sul pavimento di legno chiaro
e t’arricciavi il ricciolo al davanzale
leggendo il libro che ti piaceva
leggere col sole battente.
Che tu non ci sia è una certezza nella nostra casa
la nostra casa era un’altra
e s’avvampava dei tuoi scherzi
e dei tuoi bronci
nelle stanze entrando e cantando
le tue canzoni in inglese sciolto
e abbracciavi il mondo
urlando
se la tua squadra vinceva.
Era un aprile della nostra vita
era anche aprile di umori
conosciuti
a noi che mai eravamo soli
Era l’aprile percorso dall’aria
tiepida
come una brioche da addentare
era l’aprile delle notti
spalancate
ad aspettare il grido del chiù.

Il vento corre tra il limone e il mandarino
la zagara non ha  ancora
il cuore rosso
Tre nuvole in cielo hanno contorni umani
s’affacciano i vostri volti
d’un altro tempo.
Giro le spalle al giardino
ho freddo
e non è aprile.



Edward Hopper  "Night windows"  1928

















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