lunedì 4 dicembre 2017

Au revoir les enfants!

Dovrei aggirarmi dalle parti dei buoni sentimenti, sarebbe più consono al periodo riflettere sull'amore e la generosità. Ma i tempi suggeriscono, anzi mi dettano altro. I comportamenti, le azioni, i gesti e le parole che mi arrivano mi impediscono di sciogliermi nella transitoria ricerca di quell'armonia interiore che diventa urgente impegno ogni anno, sotto Natale. Alle ansie personali, alle intime angosce e delusioni si affiancano le voci dissonanti e disarmoniche del fuori, del mondo esterno. Che non è, già di per sé, visione gratificante, niente di bello spunta sotto il sole o sotto  la pioggia da un bel po'. E ultimamente ancora meno accettabile è diventato, per me, ascoltarne il rumoroso e stridulo respiro,
"Sono ragazzi!" è l'alito emesso da un politico per giustificare l'atto di un gruppo di neonazisti. Sono ragazzi! Come se questo bastasse a renderli innocenti, forse un pochetto stupidi sì, nella loro volontà di violare la libertà degli altri; come se questo bastasse a chi se ne sente offeso. E ancora "Non hanno commesso nessun atto di violenza!" E allora, arriviamoci alla violenza, lasciamoli fare, so' ragazzi! Un pochetto stupidi, magari.
Ho ascoltato le reazioni, quasi piccate di certi esponenti politici che hanno buone probabilità di governare il nostro Paese, reazioni sul filo della sufficienza, della noia, perché "basta con quest'odio, bisogna storicizzare il fascismo" Storicizzare il fascismo? Il nazifascismo? Ma, mia cara signora Mussolini, sono già da tempo, storicizzati! Come le due più feroci dittature del ventesimo secolo. Sì, insieme al comunismo di Stalin.
Mi sento umiliata, inutile e vecchissima perché soffia un vento maligno per l'Europa e pare che non sia avvertito, non come si dovrebbe. E ci sono pure quelli che lo giustificano, l'agitarsi di questo vento maligno, dicono: "Colpa delle diseguaglianze, colpa della povertà crescente, colpa della mancanza di posti di lavoro, colpa degli immigrati che tolgono casa e lavoro." Forse è anche questo, ma non solo. No. C'è come la ricorrente voglia di affidarsi al Padre, al padre padrone che a tutto provvede, a tutto si presta. E non importa se dietro il sorriso ci sono zanne e se la mano tesa a noi cela l'uncino, si può correre il rischio, l'importante è non pensare, l'importante è avere fiducia in quelle tre parole Dio, Patria, Famiglia. I fondamentali per tornare a sentirsi operosamente sicuri.
"So' ragazzi!" direbbero a Roma.
Io porto nel cuore altri ragazzi, so' vecchia io.
Au revoir les enfants!

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