venerdì 10 novembre 2017

Io con lei.

Sarà questo mattino così spesso e grigio, che le stanze hanno l'ombra della sera. Sarà per un amico che mi ha scritto e che mi batte dentro. Sarà per una telefonata che non volevo avere.

Io con lei.


C'è la luce dei paesi ghiacciati
nelle stanze
ombre di sere, antiche sere, s'attaccano
alle pareti.
Il giardino è immobile mentre beve
tace il nido di passeri.
Mi aggiravo inquieta e storta
le mani
torcendomi e pure il labbro
senza risposte.
Quelle parole dette di scatto
il suo mare
sempre agitato dentro
il suo corpo leggero e teso
come un arco.
Sono pesanti frecce acuminate
quelle parole
si conficcano nei muri
 a fare buchi fondi
e il buio
non nasconde le crepe.
Neanche il cuore pauroso
e il cervello rotto
sfuggono all'amato
arciere.
La luce si abbassa e s'alza
lassù nel cielo chiuso
e nelle stanze
e io con lei.




Vilhelm Hammershøi (Danish, 1864-1916), Interior. “The Four Rooms”, 1914. 

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