venerdì 11 novembre 2016

Il giorno del Ringraziamento.

Nel turbinare frastornante, nelle voci concitate e distorte di questi giorni di novembre, nel vorticoso maelstrom in cui pare precipitare tutto e anche la mia vita, mi appiglio come posso a qualche fragile ricordo. E uno tra questi fragili ricordi ha un'origine: stamattina ho trovato sulla mia pagina social il post di una quindicenne che salutava, con un video, Obama. Una quindicenne come tutte le quindicenni di oggi, o almeno come vorremmo che fossero.
I giorni, che adesso sembrano risplendere di una luce dolce,  di otto anni fa, quando si insediò alla guida del Paese più potente, un giovane uomo, un nero: un uomo di colore alla Presidenza degli Stati Uniti, di quel grandissimo territorio così variegato paesaggisticamente e sociologicamente da contenere in sé tutte le contraddizioni, nel bene e nel male, dell'intero pianeta. Un uomo di colore alla Presidenza di una Nazione che aveva vissuto il delirio del Ku Klux Klan, del razzismo esasperato e grottesco contro i neri e gli ispanici, che aveva conservato l'orgoglioso rifiuto delle minoranze etniche e religiose, che era ancora, profondamente avviluppato nelle spire di un puritanesimo reazionario e anacronistico. Paesaggi diversissimi, metropoli opulente e infinitamente povere al contempo, sterminate lande destinate alla vita dei meno fortunati, la provincia profonda percorsa da malesseri e ingiustizie antichi; i sobborghi ricchi e i ghetti miserabili. Tutto e il contrario di tutto. Mi era sembrato un segnale, un buon segno l'elezione di Obama, mi era sembrato che stesse per concludersi un periodo e che a quello ne sarebbe seguito un altro, ancora incerto ma promettente. Il cambiamento, quello auspicato, quello atteso. Non è stato così, ci sono stati errori, mancanze, delusioni. Ma il ricordo di quel giorno di novembre di otto anni fa mi sta dentro, una crisalide che poteva diventare farfalla, un battito d'ali che poteva diventare un volo verso il futuro.
Oggi c'è altro, c'è un uomo del passato che si metterà alla guida dell'immenso Paese e ci sono tutte le premesse perché chiuda le porte alla speranza di poter cambiare un poco, almeno in parte, questo pazzo mondo. Ma così hanno voluto e a me e ad altri resterà solo il ricordo di qualcosa che non è avvenuto.
Tra poco cadrà, come ogni anno, il Giorno del Ringraziamento, nel quale gli statunitensi ricordano i Padri Pellegrini, che giunsero nelle nuove terre, e il loro ringraziamento a Dio per il primo raccolto. Spero che si ritrovino nelle famiglie. davanti ai loro tacchini, lieti degli affetti e anche delle loro scelte. E per quelli che non fossero lieti della scelta,  cosa posso dire? Cari amici d'oltreoceano che mi seguite, non mi resta che augurarvi buona fortuna, good luck my friends!


Vincent Van Gogh "Campi di grano" 1887

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