venerdì 19 agosto 2016

Un'eco lontana.

Il ferragosto si è concluso, le ferie stanno per andare in pensione anche per quest'anno, l'autunno è fuori dalla porta e non promette granché: Le aspettative di tutti, chi più chi meno, sono appuntate come spilli incerti, in Italia sul referendum costituzionale - sì o no - e la campagna referendaria assumerà toni sempre più accesi, impadronendosi degli epiteti e degli stilemi più da angiporto che da res publica; negli USA, e quindi nel mondo, si seguiranno con ansia gli esiti delle presidenziali, a novembre: il miliardario con la mitraglietta o l'ex first lady, politicamente corretta, che più non si potrebbe. Uno scenario da incubo per chi, come me, non ne può più di parole, di secchiate di insulti, menzogne tattiche, allusioni, sgambetti verbali, squittii e rutti vari emessi negli interminabili talk show televisivi, sui social, sulla stampa. Tutto condito, e mi auguro davvero che ciò non avvenga, dalle nostre paure quotidiane per eventuali attacchi terroristici. Nel frattempo, i migranti continueranno nella loro infinita odissea, continueranno ad assieparsi lungo le frontiere, nelle città, nei centri di accoglienza estenuati e saranno i più fortunati, perché il Mediterraneo non se li è presi. E l'Europa cincischierà con le carte del trattato di Schengen, si girerà i pollici fino a intrecciarseli e cercherà disperatamente di distrarre lo sguardo dal futuro di facce stravolte dalla fame e dal dolore, parlerà di finanza, di banche, insomma di tutti quegli argomenti che sono il pane quotidiano nostro e anche dei disperati. Ci rincoglioniranno ancora e ancora con dati, incomprensibili ai più, creeranno il terrore nelle nostre tasche: Che è ciò che più ci terrorizza, infatti.
E in Siria? E nelle zone martoriate dalla guerra? Da lì continueranno ad arrivarci, sotto la spinta delle organizzazioni umanitarie e di qualche volenteroso e coscienzioso reporter, le immagini e le grida di un'ecatombe, di un eccidio prolungato e programmato, sarà l'eco lontana e triste che ci ronzerà intorno. Senza scalfire abitudini, senza scomporre l'iter deciso, solo un'eco molesta. Fino alla prossima foto che farà piangere, oh! se ci farà piangere! di un bambino morto su una spiaggia; degli occhi perduti di un altro, ferito e salvato dalle macerie di Aleppo; di due piccoli annegati . proprio in queste ultime ore . al largo della Libia. Fino alla prossima planetaria commozione. Ma non durerà a lungo, ci saranno altri argomenti sui quali ficcare gli sguardi e l'attenzione, qualche indignazione autunnale non ce la negheranno e se non sarà più il burkini,  qualcosa tireranno fuori dal magico cilindro, sono abili prestigiatori perbacco! Tutto passa, tutto corre veloce:  la nostra ingordigia d'immagini, di fatti e fattacci, di scandali o pseudo tali, sarà soddisfatta zelantemente. Possiamo dormire sonni tranquilli, possiamo rimettere a tacere le nostre pigre coscienze. Aleppo è solo un'eco lontana.

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