domenica 7 agosto 2016

Un ricordo. Ancora uno.

Un ricordo, ancora uno. Di giorni trascorsi al mare, piccoli piedi che scavalcavano picchi di rocce nere, un secchiello appeso al braccio paffuto , i tuffi del mio cuore mentre le onde accoglievano il tuffo del suo corpo.

Nuota, nuota, nuota. 

Tieni sempre quei ricci sconvolti sulle magliette vivaci
E la bocca pronta alla sferza e al pianto s’allarga ridendo
Calpesti strade nuove coi tuoi magri piedi scalzi di zingara
Cresciuta tra cuscini e gatti in stanze polverose di libri
Cerchi le piazze più grandi ove allungarti al raggio immobile
Ti immergi ninfa straniera nel mare vecchio della città vecchia
La pelle di sabbia infuocata leviga le pagine  lette
Le altre restano mute, aspettano il vento e le tue mani.
Una stella di mare purpurea, un granchio nel secchio,
i cento sassi raccolti e le orbite vuote delle conchiglie
il mare bambino compagno di giochi, nudo per te.
Vestiti di alghe profumate allora, metti perle d’ostrica ai capelli ,
fatti sirena, coda d’argento  intona canto d’infanzia
Nuota allora, nuota, nuota, nuota
e non voltarti mai, non ti girare indietro, non guardarti alle spalle.

Carlo Carrà "Le nuotatrici" - 1911 ca.



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